Politica

Ripartire PD

Se l’inizio della fine andasse ricercato nel Referendum costituzionale di Dicembre, nel 40% dei SI ritengo altresi vada cercata la conferma della nostra missione: un partito maggioritario, di governo, riformista, federalista e fortemente europeo. Un partito che si distingue dall’oclocrazia dei 5 Stelle, dal populismo nazionalista della destra, dal triste revanchismo Berlusconiano e dalle tendenze suicide della sinistra.
Un partito che rimetta al centro della sua agenda lavoro e giustizia sociale ma non perda l’impeto riformista necessario a trasformare il nostro Paese nelle sue componenti più critiche: la giustizia, l’istruzione, il fisco e la sanità.
Un partito che non lasci in mano ai toni demagogici degli altri temi quali la sicurezza e la lotta alla corruzione.
Un partito che liberi l’impresa dall’empasse dei ricorsi e delle inefficienze; che promuova lo sviluppo infrastrutturale della nazione, con ponti, alta velocità, austostrade, ecc. Un partito che però coniugi questo sforzo con la preservazione dell’ambiente che ci circonda e la vivibilità delle nostre città: piste ciclabili, metropolitane, parchi, tramvie, giardini pensili, parcheggi interrati e aree pedonali.
Rimettiamo al centro le nostre persone, le competenze e le idee. Riprendiamo in mano la nostra missione di fare di questo paese un posto migliore e più serio.
Abbandoniamo i toni dimessi di questi ultimi mesi e apriamo la stagione, finalmente, della Terza Repubblica.